Il libro del mese di dicembre

“Diventare grandi, la condizione adulta delle persone con disabilità intellettiva”

di Carlo Lepri – Erickson 2020
Collocazione: HANDICAP GEN LEPRC

Il libro tratta del passaggio alla vita adulta di persone con disabilità intellettiva. Il tema non è proposto dal punto di vista pratico ma culturale. Tesi di fondo è che le cause che mantengono le persone con disabilità intellettiva fuori dal mondo adulto non sono legate al loro funzionamento (principalmente cognitivo). Sono dovute alle immagini che le persone normodotate hanno degli individui più fragili. In particolare, nel libro ne vengono indicate due: quella del bambino, quindi di una persona bloccata in un’infanzia infinita. Quella del malato, ossia di una persona che ha necessariamente bisogno di cure e protezione.

Il libro è interessante perché offre ai professionisti uno spazio per ragionare sugli atteggiamenti di fondo che governano la loro azione educativa. Infatti quando l’educatore progetta gli interventi per l’utenza qual è l’immagine che egli ha davanti? Un bambino da divertire o un malato di cui avere pietà e pena?

Si sostiene che l’unica possibilità che le persone fragili hanno per entrare nella vita adulta è una persona che le possa immaginare tali. Se ciò non succede queste persone rimangono imprigionate in un limbo, in uno status, di non-adulti che l’autore paragona all’isola di the Never Land (resa famosa dal libro di Peter Pan in cui i suoi residenti non crescono mai). Risulta quindi necessario che coloro che prima di tutto pensano al futuro delle persone fragili, ossia educatori e famiglia, abbiano chiare quali sono le immagini che guidano le loro azioni e che sappiano regolare i loro atteggiamenti e la loro progettualità di conseguenza.

Il libro quindi è consigliato come strumento per ricalibrare l’operato degli educatori impegnati nella relazione quotidiana con le persone con disabilità. Esiste il rischio di perdere la percezione di possibilità che queste persone portano con sé, con la conseguenza di riempire il tempo di attività certamente divertenti o utili per la loro salute ma che alla fine li rendono residenti stabili di the Never Land.

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